SCARICA: MIUR I LINGUAGGI ESPRESSIVI 19_20
Calendario 2019_2020 Eventi_Seminari
“Io vivo appassionatamente la mia vita.
Amo i suoi cambiamenti, il suo colore, i suoi movimenti.
Saper parlare, vedere, udire, camminare, avere la musica e la pittura.
Tutto questo è un miracolo! Tutto questo è gioia!”
Arthur Rubinstein
Corsi di formazione e aggiornamento su metodologie trasversali e interdisciplinari attraverso i linguaggi espressivi – musica, teatro, danza, arti – per imparare ad essere e a sapere rivolti a docenti delle scuole di ogni ordine e grado: primarie, secondarie di I e II grado (licei, istituti professionali e tecnici) e di ogni ambito disciplinare (linguistico, fisico-matematico, storico-sociale, religioso, espressivo, …)
E’ possibile attraverso i linguaggi espressivi – musica, arte, corporeità, teatro -“superare i confini storici delle discipline”, motivare allo studio, migliorare le capacità di apprendimento, “rispondere ad un’esigenza sociale che richiede uomini capaci di un angolo visuale molto più largo e al tempo stesso di una messa a fuoco in profondità dei problemi” (E.Morin)?
Un’esperienza di integrazione tra i Linguaggi Espressivi – musica, arte, motoria – e gli altri ambiti del sapere – italiano, scienze, filosofia, matematica, lingue, diritto, … – già realizzata dal 2009 al 2012 presso l’ente di formazione della regione Sicilia e del Miur, l’ex Irre Sicilia (Ansas/Indire) con circa 1500 docenti di ogni disciplina delle scuole di ogni ordine e grado della Sicilia e circa 3000 bambini e ragazzi di ogni età. Conoscere se stessi, migliorare la relazione con gli altri e motivare allo studio e all’apprendimento di qualsiasi disciplina attraverso il fare intrecciato alle arti: questa la formula della didattica dei linguaggi espressivi. Sentire di esistere e di essere accettati, esprimere le proprie emozioni e saperle gestire è fondamentale perché si realizzi a scuola il processo di apprendimento.
La metodologia creata ha prodotto il testo “Metodologicamente … espressivi” edizioni Pitti – Palermo/Indire Firenze. Si è basata sulla ricerca di un nucleo tematico – luce/ombra, amore/odio, guerra/pace, … – che contenesse un principio che è della vita stessa, quello della dualità, degli opposti che possono coesistere e a cui bambini e ragazzi già dalla scuola possono essere educati.
La creatività richiede che alla vecchia scuola del conoscere si connetta la scuola dell’esprimersi aprendo varchi ai cento linguaggi dei bambini.”. “Gli dicono che il gioco e il lavoro, la realtà e la fantasia, la scienza e l’immaginazione , il cielo e la terra, la ragione e il sogno … sono cose che non stanno insieme. Gli dicono insomma … che il cento non c‘è. Il bambino dice: invece il cento c’è.” (L. Malaguzzi)
L’approccio didattico innovativo dei Linguaggi Espressivi vede la scuola come un cantiere in continua evoluzione e segue una procedura metodologico-didattica per alunni e docenti che utilizzano insieme strumenti espressivi per raggiungere obiettivi disciplinari e interdisciplinari. Attraverso la procedura espressiva si procede dall’essere al sapere linguistico, matematico, fisico, geografico filosofico, storico, artistico, … a scuola su: cittadinanza attiva, legalità, integrazione scolastica, successo formativo, dispersione scolastica, orientamento scolastico e professionale, acquisizione per assi di competenze, ricerca di talenti artistici.
Sappiamo che la comunicazione non verbale rappresenta circa il 60-70% della comunicazione, per cui quando un docente parla, spiega, comunica molto più coi gesti, l’espressione del viso, la postura e la prossemica, nonché con la voce e il para-verbale con tutti i suoi parametri.
Paolo Coelho proprio a dimostrare ciò racconta che “Una volta, nell’inverno del 1981, stavo camminando con mia moglie per le strade di Praga, quando vidi un ragazzo intento a ritrarre palazzi intorno a lui. Sebbene detesti cordialmente caricarmi di oggetti mentre viaggio (e avevo ancora un lungo viaggio davanti a me), uno dei disegni mi piacque e decisi di comprarlo. Quando tesi il denaro, mi accorsi che il giovane non portava i guanti, nonostante la temperatura fosse di cinque gradi sotto lo zero. “Perché non usi i guanti?”, domandai. Per poter impugnare la matita. E iniziò a raccontarmi che adorava Praga d’inverno, era la stagione migliore per dipingere la città. Era così contento per I’acquisto, che decise di fare un ritratto di mia moglie, gratis. Mentre aspettavo che il disegno fosse finito, mi resi conto che era successo qualcosa di molto strano: avevamo conversato per quasi cinque minuti, senza conoscere la lingua uno dell’altro. Ci eravamo intesi soltanto grazie ai gesti, i sorrisi, le espressioni facciali e la volontà di condividere qualcosa. La mera volontà di condividere qualcosa aveva fatto sì che entrassimo nel mondo della comunicazione non verbale, dove tutto è sempre chiaro e non esiste il minimo rischio di essere male interpretato.”